s***@mediacomm.it
2005-01-14 18:22:41 UTC
Un saluto. Sono certo che qualcuno dei nostri matematici potra' soddisfare
questa mia curiosita'. Vo ad esporre.
Uno dei solitari piu' semplici che si possono fare con un mazzo di carte e'
chiamato "il suicidio". Si fanno scorrere le carte (mazzo da quaranta) una
ad una contandole ad alta voce a gruppi di dieci, vale a dire ritornando
all'uno dopo ciascun dieci. Il solitario viene se nessuna carta ha un valore
pari al numero della sua posizione: nessun asso deve occupare il primo,
undicesimo, ventunesimo o trentunesimo posto, nessun due puo' essere
secondo, dodicesimo, ventiduesimo o trentaduesimo e cosi' via fino alle
donne che non possono essere al posto 9, 19, 29 e 39 ed ai re che non
possono essere decimi, ventesimi, trentesimi o quarantesimi.
Il solitario riesce se si riesce ad arrivare al termine del mazzo, vale a
dire che appena s'incontra una carta corrispondente alla sua posizione il
solitario non e' riuscito.
Vorrei sapere, con una spiegazione possibilmente non troppo specialistica,
quali sono le probabilita' che una mano di "Suicidio" riesca e come le si
calcola; quali sarebbero esse usando un mazzo da 52 carte (ed ovviamente
contando da 1 a 13); e se tale metodo puo' essere impiegato o adeguato per
altri calcoli relativi a solitari o comunque giuochi di carte diversi.
Grazie anticipate!
P.S. Per la cronaca, il nome di tale solitario si deve alla leggenda
riguardante un tizio che, dopo ore d'inani tentativi, era li' li' per
farcela... ma proprio l'ultima carta era un re! La disperazione lo avrebbe
spinto all'insano gesto.
Andrea
***@mediacomm.it
questa mia curiosita'. Vo ad esporre.
Uno dei solitari piu' semplici che si possono fare con un mazzo di carte e'
chiamato "il suicidio". Si fanno scorrere le carte (mazzo da quaranta) una
ad una contandole ad alta voce a gruppi di dieci, vale a dire ritornando
all'uno dopo ciascun dieci. Il solitario viene se nessuna carta ha un valore
pari al numero della sua posizione: nessun asso deve occupare il primo,
undicesimo, ventunesimo o trentunesimo posto, nessun due puo' essere
secondo, dodicesimo, ventiduesimo o trentaduesimo e cosi' via fino alle
donne che non possono essere al posto 9, 19, 29 e 39 ed ai re che non
possono essere decimi, ventesimi, trentesimi o quarantesimi.
Il solitario riesce se si riesce ad arrivare al termine del mazzo, vale a
dire che appena s'incontra una carta corrispondente alla sua posizione il
solitario non e' riuscito.
Vorrei sapere, con una spiegazione possibilmente non troppo specialistica,
quali sono le probabilita' che una mano di "Suicidio" riesca e come le si
calcola; quali sarebbero esse usando un mazzo da 52 carte (ed ovviamente
contando da 1 a 13); e se tale metodo puo' essere impiegato o adeguato per
altri calcoli relativi a solitari o comunque giuochi di carte diversi.
Grazie anticipate!
P.S. Per la cronaca, il nome di tale solitario si deve alla leggenda
riguardante un tizio che, dopo ore d'inani tentativi, era li' li' per
farcela... ma proprio l'ultima carta era un re! La disperazione lo avrebbe
spinto all'insano gesto.
Andrea
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